Con il patrocinio del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra

 

 

L’iniziativa rientra nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Struttura di Missione per gli anniversari di Interesse Nazionale.

 

 

 

 

 

 

 

Cav. V.V. Benedetti Renato

Pilota e Pioniere del Volo

nella Grande Guerra 1915/18

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Classe 1899

appartenente al gruppo “Ragazzi del 99”

Decorato con medaglia d’oro in ricordo

della sua permanenza in zona di Guerra

 

 

 

Piano di Mommio

Comune di Massarosa

Ricerca storico Aeronautica

Ten. Garat Marchetti Ernesto

 

Questo piccolo paese ha sempre avuto una vocazione aeronautica da quando è stato fatto il primo volo a motore.

 

Attraverso ricordi e con l’aiuto del figlio di un pioniere del volo ho potuto ricostruire una storia che per tanto tempo era rimasta celata e ristretta ai soli parenti.

 

Desidero presentare la storia aeronautica di Benedetti Renato originario del paese di Piano di Mommio in cui venne alla luce nel lontano 1899. La sua data di nascita rievoca una data molto particolare proprio in riferimento alla Grande Guerra del 1915-18.

 

 

I ragazzi del “99” furono arruolati per sostituire i soldati caduti sul fronte. Potevano essere impiegati nei vari reparti dell’esercito, come fanti, come alpini ecc, ma Benedetti Renato venne arruolato e inviato al reparto degli aviatori. 

Nella nostra terra di versilia non era il solo ad essere impegnato nel gruppo “aviatori”, ma c’era anche Massei Adolfo, nato nel 1894, istruttore di volo validissimo, che era stato assegnato alla preparazione tecnica dei nuovi piloti da inviare nella zona del fronte.

 

Non è certo se Renato sia stato scelto e preparato dall’istruttore Massei, ma potrebbe essere una possibile coincidenza ed una possibilità che veniva data ad un ragazzino di 16 o 17 anni di salire su una macchina volante e di operare in zona di guerra.

 

Benedetti Renato, in zona di guerra c’è stato ed ha svolto egregiamente il suo compito. E’ stato anche promosso ad attendente del suo comandante per i suoi meriti.

 

La testimonianza del suo essere stato per più di sei mesi in zona di guerra è rappresentata dalla medaglia ricordo d’oro che è allegata al suo titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto.

 

Certamente la sua giovane età e il suo attaccamento alla sua terra unito, sicuramente, al dolore per gli orrori cruenti della guerra, non gli hanno permesso di cogliere appieno l’importanza del suo ruolo e della fortuna che aveva avuto nel diventare pilota ed essere uscito indenne dal conflitto mondiale, scelse di tornare alla sua terra e di creare una famiglia ed allevare i suoi figli.

 

Mi ricordo di averlo incontrato, quando ero un bambino, con il suo calesse ed il suo cavallo che andava a coltivare un campo che era confinante al terreno di un signore che aveva il mio stesso cognome, ma non eravamo parenti, il quale mi diceva: “Vedi Renato che ora guida il calesse, devi sapere che è un pilota ed ha guidato anche gli aeroplani, non quelli che vedi passare adesso, ma quelli che erano costruiti di legno ed avevano le ali ricoperte di tela. Era un vero asso ed ha fatto la Grande Guerra”.

 

Sono molto grato al figlio Franco, di Benedetti Renato, per tutto il materiale storico che mi ha permesso di visionare per poter completare questa mia ricerca storico aeronautica.

 

 

Nel 1971 il Presidente della Repubblica ha conferito a Benedetti Renato l’onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto con diploma e croce in bronzo. 

Il figlio Franco ha raccolto tutti i cimeli in suo possesso in un unico quadro che è riportato a fianco.

 

Rappresenta la sua storia di un giovane del “99” chiamato alle armi e che ha svolto il suo dovere con onore.

I segni distintivi della sua vita sono:  La  divisa da pilota, la foto del suo matrimonio e le sue decorazioni indossate nell’età veneranda.

Per avere l'onorificenza ed essere nominati Cavalieri di Vittorio Veneto dovevano essere presenti alcuni importanti requisiti che sono di seguito elencati con alcuni omissis estratto da Wikipedia.

 

I Nostri Cavalieri di Vittorio Veneto

I ragazzi del 99 e Cavalieri dell'ordine di Vittorio Veneto.

Durante la prima guerra mondiale, "ragazzi del '99" era la denominazione data ai coscritti negli elenchi di leva che nel 1917 compivano diciotto anni e che pertanto potevano essere impiegate sul campo di battaglia.
Furono precettati quando non avevano ancora compiuto diciotto anni.
Anche Lenola diede il contributo con i propri giovani che, appena maggiorenni, furono chiamati a servire la Patria e, negli anni '70, ricevettero il meritato riconoscimento per la partecipazione ed il loro coraggioso contributo alla vittoria finale della prima guerra mondiale.
I primi contingenti, 80.000 circa, furono chiamati nei primi quattro mesi del 1917, e frettolosamente istruiti, vennero inquadrati in battaglioni di Milizia Territoriale. Alla fine di maggio furono chiamati altri 180.000 ed altri ancora ma in minor numero nel mese di luglio.
Ma i primi ragazzi del 99 furono inviati al fronte solo nel novembre del 1917, nei tragici giorni di Caporetto.
Il loro apporto unito all'esperienza dei veterani si dimostrò fondamentale per la vittoria finale.
Le giovanissime reclute appena diciottenni del '99 sono da ricordare in quanto nella prima guerra mondiale dopo la disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917), in un momento di gravissima crisi per il Paese e per il Regio Esercito, risaldarono con onore e spirito di sacrificio ammirabili le file del Piave, del Grappa e del Montello, permettendo all'Italia la riscossa nel '18 a un anno esatto da Caporetto con la battaglia di Vittorio Veneto e quindi la firma dell'armistizio di Villa Giusti da parte dell'impero austro-ungarico.
A partire dal primo dopoguerra, il termine "ragazzi del '99" si radicò ampiamente nella storiografia e nella pubblicistica italiana da entrare nell'uso comune per riferirsi a tutti i militari nati nel 1899.
Quanti caddero o furono decorati? Non esistono, a quanto pare, dati certi, il ricordo di questi giovanissimi combattenti sopravvive nella memoria popolare
A Nervesa della Battaglia un'osteria era intitolata ai ragazzi del '99 e vi è anche un piccolo quartiere di Santa Croce del Montello definito "città dei ragazzi del '99". Via "ragazzi del 99", testimonia a Milano la targa affissa sul muro di un edificio sul lato orientale di piazza San Fedele dietro Palazzo Marino, a un passo dalla Galleria.
Ai ragazzi del '99 si riferiscono numerosi canti nati dopo Caporetto tra i giovani del fronte ed ancora oggi conosciuti.« Novantanove, m'han chiamato..date un bacio alla mia mamma e alla bandiera tricolor «.

La decorazione italiana per commemorare la Grande Guerra e l'Unità della Nazione.
Il 4 novembre 1918 terminava, per il Regno d'Italia, la campagna Italo Austriaca cominciata il 24 maggio 1915. La guerra, la più cruenta vissuta fino ad allora dal giovane stato italiano, vide la mobilitazione di una forza bellica come mai si vide nella Penisola dai tempi dell'Impero Romano: i mobilitati furono più di 6.000.000, tra uomini in armi dei diversi corpi e specialità, ausiliari delle Forze Armate (Croce Rossa Italiana, Sovrano Militare Ordine di Malta, ecc.), operai militarizzati nelle industrie, ecc..
Gli anni della guerra, come ampiamente risaputo, furono lunghi e duri al fronte. Dopo due anni dalla fine del conflitto, nel 1920, con il Regio Decreto n° 1241 del 29 luglio dello stesso anno per appunto, venne istituita la MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA GUERRA ITALO AUSTRIACA. La decorazione veniva concessa ai militari, ai militarizzati, agli assimilati ed al personale dei corpi e reparti ausiliari, che avessero prestato servizio almeno per quattro mesi in zona di guerra ed in zona giurisdizionale della Armate italiane impegnate al fronte.
Questa medaglia fu portata con orgoglio da tutti gli insigniti, in armi o in congedo.
La medaglia, proprio per la sua caratteristica denominazione, riportata infatti anche sul verso della stessa, "coniata nel bronzo nemico", veniva per appunto coniata fondendo i cannoni tolti agli austriaci.
La decorazione raffigura al recto il busto di S.M. Re Vittorio Emanuele III, il Re soldato come venne chiamato, volto a sinistra, in uniforme da campagna mod. 909 (colletto in piedi, stellette al bavero, ecc.) e con il capo cinto dall'elmetto italiano, di derivazione francese, Adrian mod. 1916. Attorno a questa effige, nel giro, è riportato il motto GUERRA PER L'UNITA' D'ITALIA intervallato fra le parole dalle classiche fronde d'alloro che tanto ricorrono nella simbologia medaglistica italiana. All'altezza del bavero di S.M., alla destra, è incisa a rilievo la firma dello scultore "S. Canevari", ovvero Silvio Canevari noto artista dell'epoca. Al verso è rappresentata una Vittoria alata posata su piedistallo formato da scudi sorretti da soldati italiani. Non è chiara l'origine iconografica di tali scudi, ma svariate ipotesi, li danno come scudi da trincea italiani che tanto hanno accompagnato, nel bene e nel male, la vita dei nostri soldati nella guerra di posizione. La Vittoria è contornata, come per l'effige del Re al recto, da una frase: CONIATA NEL BRONZO NEMICO. La motivazione di tale frase è già stata spiegata sopra.
L'attacco del nastro sulla medaglia è a staffa a forma parallepipeda. Il nastro della decorazione è identico a quello della Medaglia Commemorativa delle Campagne Risorgimentali italiane: difatti la Grande Guerra è storicamente considerata già da allora l'ultima guerra per l'Unità nazionale e la redenzione delle popolazioni italiane assoggettate al dominio dello straniero. Il nastro è composto da diciotto righe verticali di eguale larghezza alternate da sinistra dai colori nazionali: verde, bianco, rosso. Non è difficile ritrovare oggi medaglie con il nastro montato al senso contrario da quanto appena descritto.

Ordine di Vittorio Veneto
fonti normative: L. 18 marzo 1968, n. 263.

Riconoscimento in favore dei partecipanti alla guerra 1914-18 e alle guerre precedenti.
A coloro che prestarono servizio militare per almeno sei mesi nelle forze armate italiane durante la guerra 1914-18 o durante le guerre precedenti è concessa una medaglia ricordo in oro.
Le caratteristiche della medaglia sono stabilite con decreto del Ministro per la difesa.
Per ottenere la concessione della medaglia gli interessati devono presentare domanda, al Ministero della difesa, tramite il comune di residenza.
È istituito l'Ordine di Vittorio Veneto, comprendente l'unica classe di cavaliere.
L'onorificenza è conferita ai combattenti della guerra 1914-18 e delle guerre precedenti, decorati della croce al merito di guerra o che si siano trovati nelle condizioni per aver titolo a tale decorazione e che siano in godimento dei diritti civili.
Le insegne nell'Ordine sono costituite da una croce metallica e da un nastrino, con caratteristiche che sono stabilite con decreto del Ministro per la difesa. Omissis

Riconoscimento in favore dei partecipanti alla guerra 1914-18 e alle guerre precedenti.

(G.U. 2 aprile 1968, n. 86)

 

     Art. 1.

     A coloro che prestarono servizio militare per almeno sei mesi nelle forze armate italiane durante la guerra 1914-18 o durante le guerre precedenti è concessa una medaglia ricordo in oro.

Omissis