Con il patrocinio del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra

 

 

L’iniziativa rientra nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Struttura di Missione per gli anniversari di Interesse Nazionale.

 

 

                                                                                        Alla ricerca di Annibale

 

 

Certo, scritto così sembrerebbe il mio uno scritto di storia antica, qualcosa che ci riporti ai tempi delle guerre puniche. Ma non è così. Di storia sempre si tratta, ma di storia di semplici uomini, non condottieri illustri, ma comunque sempre uomini. Annibale Fabianelli, fratello di mio nonno paterno Giovanni, nacque il 3 Giugno del 1890. Della sua vita non so molto, nessuno dei miei anziani me ne ha saputo parlare in maniera dettagliata. Piccolo di statura, come erano spesso gli uomini della sua epoca, ebbe tuttavia la sfortuna di essere giovane in un periodo in cui tale dono era sgradito al fato, cioè negli anni del primo conflitto mondiale. Come tanti giovani partì per una guerra che non si avrebbe dovuto combattere e che non si era capito quanto disastrosa e terribile sarebbe stata per le generazioni che avrebbero dovuto alimentarla. Di umile famiglia, fu chiamato come tanti per fare il fante, in una di quelle brigate, la Sesia, che furono mandate a combattere e a sacrificarsi per l’onore dell’ Italia… e lo fece veramente, sostenendo combattimenti che hanno fatto la storia eroica del nostro esercito nella prima guerra mondiale: Il Novegno, il monte Maio, ma anche le battaglie dell’Isonzo e Caporetto. Probabilmente partì da Firenze per arrivare alla costituenda Brigata Sesia in formazione a Basaldella il 3 Aprile del 1916. Avrebbe dovuto restare in quella zona operativa, ma la inaspettata “spedizione di Primavera” austriaca, che prevedeva di prendere alle spalle la armata orientale italiana scendendo attraverso le Alpi tra Veneto e Trentino, fece si che via treno venisse trasferita in fretta a Malo, in Veneto. Da qui sulla vetta del Novegno, respingendo eroicamente gli assalti austriaci pur se in inferiorità numerica, peggio armati, con minor artiglierie e soprattutto peggio comandati. Da qui contrattaccando l’esercito italiano scese nella valle di Posina e cercò di conquistare il Monte Maio. Qui il giorno 8 Luglio finì la giovane vita di Annibale, colpito in pieno da una granata austriaca. La storia di questo mio prozio mi aveva sempre affascinato e il non sapere se e dove fosse stato sepolto mi lasciava sempre con un senso di insoddisfazione…. Il capitolo si riapre quando comincio ad indagare e trovo un documento che parla della morte di Annibale…colpito quasi in pieno e quindi seppellito al Monte Maio. Firmato dal suo ufficiale superiore e controfirmato da soldati testimoni. Questo accende in me la voglia di vedere se veramente esistesse una tomba con il nome suo. Grazie ad una amica del web, Fiore Angeli, entro in contatto con un vero esperto nel ricostruire le storie di questi poveri giovani, Roberto Mantiero. Con lui ci accordiamo per passare alcuni giorni nel teatro operativo del 201° Reggimento della Brigata Sesia alla ricerca del mio antenato. Compagno di merenda il mio inseparabile amico-figlio Tommaso. Così una sera partiamo e dopo alcune ore di viaggio arriviamo in un piccolo comune, Posina, e prendiamo alloggio al Hotel “Al Garibaldino”. L’albergo è carino e molto in ordine, ma soprattutto ci si mangia in maniera ottima! La mattina si parte e prima tappa è il sacrario di Arsiero. Qui incomincia un viaggio che per me è andato ben oltre la semplice curiosità e la voglia di trovare un mio caro. Qui è iniziata la consapevolezza di quanto orrore e quanto dolore questi poveri giovani provarono. Le tombe, ordinate, sono tante, con incisi nomi ed età dei poveri militi…giovani, veramente troppo giovani. Annibale non c’è, ma inizia la consapevolezza di che cosa sia stata la guerra quassù. La tappa successiva è stato il museo delle forze armate di Montecchio Maggiore. Un luogo estremamente interessante per gli appassionati , con pezzi e mostre a tema unici e gestito da grandi appassionati. Il giorno dopo alle 7 partenza per il monte Novegno, a vedere uno dei probabili campi di battaglia dove il 201° Reggimento contribuì a respingere l’attacco austriaco e dove verosimilmente combatté anche Annibale. Passeggiando tra trincee e profonde buche, esiti di colpi di pesanti obici, ascolto le parole di Roberto che spiega le azioni, le strategie e le condizioni tragiche in cui combatterono i nostri soldati. Le trincee dei due schieramenti erano vicinissime, e con i corpi dei morti si creavano ulteriori protezioni per i vivi. I corpi, a migliaia restavano nella terra di nessuno, e nessuno andava a recuperarli mettendo a repentaglio la sua stessa vita. In un inferno come questo…che probabilità avrebbe avuto un povero soldato di aver degna sepoltura? E i numeri…nei giorni che andarono dal 1° Giugno al 30 luglio il 201° Reggimento perse tra ufficiali e soldati qualcosa come oltre 1700 uomini…un solo reggimento! E nel cimitero di Arsiero non c’era praticamente un soldato del 201°. Sentendo le storie e leggendo i numeri veramente la mente si sente stordita in questa marea di follia. Ancora oggi questi monti restituiscono i corpi di quelli che furono nemici in battaglia ma fratelli nel destino…austriaci ed italiani assieme, mescolati, confusi, come a ricordare che la morte appunto rende tutti uguali e fratelli. La camminata è, per due diversamente atletici come mio figlio e il sottoscritto, piacevole e faticosa. Esplorare caverne scavate nella roccia dai nostri soldati, camminare nei trinceramenti e passeggiare nei sentieri è veramente una grande emozione, che grazie a Roberto, fa sentire ed immaginare cosa fosse realmente accaduto solo un secolo fa in quelle lande. Arriviamo poi ad un fortino dove un anziano signore ci accoglie con il sorriso e ci prepara un piatto caldo, tra i migliori che abbia mai provato…sarà la fame e le emozioni, ma la pasta di Mao non me la scorderò tanto presto. Ma è ora di tornare, stanchi, storditi, sotto la cappa pesante del pensiero rivolto alle anime che forse ancora vagano tra questi posti. La mattina successiva, prima di partire per casa, facciamo un tentativo al santuario del Pasubio, e tentiamo di trovare Annibale anche al Santuario della Santissima Trinità…dove purtroppo arriviamo tardi… Ma tornerò, non voglio lasciare niente di intentato. Tuttavia le speranze così vive dopo la lettura del diario della Compagnia, la settima, di Annibale, di trovare la sepoltura si sono molto affievolite di fronte alla marea di nomi senza un luogo per essere pianti. Inoltre parlando a tavola con Roberto, mi spiega che era abitudine comune quella di scrivere a verbale della avvenuta sepoltura del giovane caduto, per consolare in qualche modo la famiglia, che avrebbe immaginato quindi il proprio figlio almeno cristianamente sepolto…Probabilmente Annibale si è dissolto nel colpo che lo ha ucciso raggiungendolo in pieno, e i testimoni hanno visto l’orrore e ne hanno reso testimonianza…forse è andata così. Così ad oggi Annibale non si è fatto trovare, e forse è giusto che resti con le anime delle migliaia dei suoi compagni di sventura, uniti in un destino che prometteva gloria ma che per troppi ha regalato solo oblio. Se penso alla nostra storia, al sacrificio di questi giovani e ai passaggi dolorosi che la nostra storia ci racconta per arrivare a quello che è la nostra società, mi sento orgoglioso di tutti i piccoli Annibali e vorrei rendere onore a loro per la mia vita di oggi. Ciao Annibale !

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